Se pensavi che l’INPS si occupasse automaticamente di tutto ciò che ti spetta, ti sbagli. A volte, ci sono dei diritti, chiamati “inespressi”, che non vengono riconosciuti semplicemente perché non ne facciamo richiesta. E qui entra in gioco l’INCA. Questa associazione si preoccupa di far valere i diritti dei lavoratori e dei pensionati, informandoli su ciò che potrebbero ottenere e aiutandoli a ottenerlo. Un esempio eclatante di questo è il caso di un pensionato che, grazie a INCA, ha ottenuto 32.000 euro di arretrati sulla pensione. Ecco la storia.
I diritti inespressi: cosa sono e come possono essere ottenuti
Nel tuo cedolino della pensione, troverai solitamente i conguagli e gli arretrati relativi ai mesi precedenti. Ma non sempre l’INPS versa tutto ciò che ti spetta. Questi diritti “inespressi” sono somme che potresti ottenere, ma che non ricevi perché non ne fai richiesta. E non è solo un problema di omissioni di pagamento. Ci sono anche errori nel calcolo originale della pensione, blocchi della perequazione e di rivalutazione dei contributi figurativi. Ecco dove entra in gioco l’INCA, un’organizzazione che si batte per i diritti dei lavoratori e dei pensionati, basandosi sui principi di uguaglianza e libertà.
L’INCA: un alleato per i lavoratori e i pensionati
L’Istituto Nazionale Confederale di Assistenza, è un ente che offre servizi di pubblica utilità e tutela. A differenza dei più noti CAF, l’INCA cerca di promuovere i diritti riconosciuti a tutti i contribuenti, informandoli sulle varie disposizioni normative e contrattuali relative al lavoro, alla pensione, alla salute, alla cittadinanza e all’assistenza sociale ed economica. Quindi, se ti rivolgi a INCA, potresti scoprire di avere diritto a qualcosa che non sapevi di poter ottenere.
Una storia di successo: 32.000 euro di arretrati riscossi grazie a INCA
Un lavoratore precario di oltre settanta anni, in una situazione di bisogno, si è rivolto all’INCA per richiedere un assegno sociale. Aveva già tentato senza successo di ottenere la pensione di vecchiaia, ma gli erano stati detti che mancavano i 20 anni di contributi richiesti dalla legge. L’INCA, tuttavia, ha iniziato a cercare i suoi diritti inespressi. Hanno scoperto che, grazie alla Riforma Amato del 1992, poteva andare in pensione con solo 15 anni di contributi. Così, hanno presentato una richiesta citando questa deroga e l’INPS ha finalmente riconosciuto la pensione e gli arretrati per un totale di 32.000 euro. Una storia di successo che dimostra come l’INCA possa fare la differenza nella vita dei lavoratori e dei pensionati.